Guida Turistica Vulci

Guida Turistica Vulci

Guida Turistica Vulci. Il Parco Archeologico di Vulci con i resti della città etrusco-romana. La Tomba François. Il Museo Nazionale al Castello della Badia.

Una visita appassionante nella storia del grande centro etrusco a vocazione commerciale di Velch, tra le entusiasmante scoperte archeologiche!

A partire dalla sua nascita (sec. VIII a.C.) attraverso le tappe successive:

la grande espansione urbanistica tra la metà del sec. VII ed i primi decenni del sec. V a.C.; la ripresa di un’attività edilizia fiorente del IV sec. a.C. dopo la crisi commerciale ed economica generale in Etruria del sec. V a.C.; il nuovo volto della città dopo la conquista romana del 280 a.C.

Percorso di visita della città etursco-romana: Porta Ovest: sec. II a.C. è uno degli ingressi alla città ed il punto di arrivo di una delle strade della vasta rete viaria cominciata a creare nella seconda metà del secolo VIII a.C.  Per il controllo del territorio circostante alla città etrusca e per lo svolgimento degli scambi commerciali verso le coste tirreniche e verso occidente.

Un tratto di mura visibile nei pressi della porta risalgono al sec. IV a.C.  Portato alla luce in una serie di campagne di scavo condotte tra il 1999 ed il 2003.

Le ricerche di scavo hanno evidenziato che l’assetto stesso della porta è stato modificato in conseguenza delle vicende politiche e militari precedenti alla conquista di Vulci del 280 a.C.

L’area del Foro è lungo 100 m, largo 40 m. Accoglieva al suo interno il Tempio Grande, la piazza, un probabile impianto termale (i resti di un edificio in laterizio), una serie di case appartenenti a famiglie aristocratiche.

Un Arco Onorario del secolo. I a.C.

Il Tempio Grande è ritenuto un modello di architettura etrusco-italica. Le sue dimensioni misurano 36,40m X24,60 m. La sua struttura conserva le tracce di diverse fasi edilizie dal sec. VI a.C. al sec. IV a.C. Quest’ultimo periodo di grande fervore edilizio fu favorito dall’attività di una ricca borghesia imprenditoriale alla guida della città.

L’ultimo intervento al Tempio Grande avvenne in età augustea, quando il tempio fu ristrutturata ed ampliata. Si ipotizza che la divinità venerata nell’unica cella del tempio fosse quella rappresentata dalla statua acefala in bronzo risalente al sec. IV a.C., rinvenuta da Vincenzo Campanari in una sorta di „tomba” nel 1835 in zona. La statua ispirata alla c.d. Filatrice di Prassitele probabilmente rappresenta l’immagine di Athena Argane.

La Domus con Criptoportico (sec. II a.C.) che si affaccia sul decumano, apparteneva ad un proprietario di rango molto elevato nell’ambito della società vulcente tardo-repubblicana. Ciò è attestato dalla sua collocazione urbanistica e da alcune sue particolarità costruttive. Come il doppio atrio, gli ambienti di ricevimento particolarmente raffinati, la presenza di lussuose comodità come il criptoportico, i bagni privati e l’ampiezza delle aree verdi.

Mitreo (sec. III a.C.). Cardine Orientale e case private. Sacello d’Ercole (sec. III a.C. e II d.C.). Porta Est.

E possibile visitare anche: 

Il suggestivo Ponte Rotto databile all’età imperiale, ubicato nei pressi del Castello della Badia (sede del Museo Nazionale di Vulci).

La famosa Tomba François scoperta nel 1857 dall’archeologo fiorentino Alessandro François e Noel des Vergers.

E’ di grande rilievo sia per gli affreschi che la ornavano,  sia per la sua struttura complessa. E anche per i particolari architettonici precisi scolpiti all’interno dei suoi ambienti.

La tomba appartenne ad una delle più grandi famiglie aristocratiche della Vulci della seconda metà del IV secolo a.C.: ai SATIES. E’ ubicata nella necropoli di Ponte Rotto.

Gli affreschi furono staccati nel 1863 su ordine del principe Alessandro Torlonia, ora sono conservati in Villa Albani a Roma.

Il MUSEO NAZIONALE ARCHEOLOGICO DI VULCI

Il Museo Nazionale Archeologico di Vulci è ospitato nel Castello della Badia (sec. XI-XIII) nei pressi del suggestivo Ponte Rotto dal 1975.

L’esposizione permanente offre un panorama cronologicamente e tipologicamente completo sulle attività produttive e sugli scambi commerciali dell’antico centro:

Dalla tarda età del bronzo (Cultura di Rinaldone), a quella del ferro (cultura villanoviana sec. X a.C-X a.C), attraverso il periodo etrusco (sec. VIII a.C.-III a.C.) e romano.

Di grande rilievo sono le ceramiche a figure nere del Pittore di Micali (fine sec. VI a.C.) ed il corredo vascolare rinvenuto nella Tomba della Panatenaica nella necropoli vulcente dell’Osteria.

Tanti gli abbinamenti per il pomeriggio!

Prenotazione visite guidate con Guida Turistica Ufficiale per la provincia di Viterbo e info: 328 4248738 oppure info@artinvistaguideviterbo.com

Visite guidate scuole/gruppi adulti in italiano, francese, spagnolo, inglese, ungherese.

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