Visita guidata VILLA LANTE Bagnaia e del PARCO DEI MOSTRI a Bomarzo

Visita guidata VILLA LANTE Bagnaia e del PARCO DEI MOSTRI a Bomarzo

Visita guidata Villa Lante Bagnaia e del Parco dei Mostri a Bomarzo. Due ville in antagoniste tra loro: dalla ricca scenografia d’acqua della residenza estiva dei vescovi di Viterbo, all’unicum nell’architettura dei giardini al mondo. 

A Bagnaia si visita Villa Lante, costruita come residenza estiva dei vescovi di Viterbo.

Il giardino di Villa Lante è uno dei giardini rinascimentali più perfetti, risalente alla metà del XVI secolo. Il giardino all’italiana, il parco e il borgo s’inseriscono in un piano urbanistico tipico della Tuscia.

Villa Lante si trova in una zona di colline ricche di boschi e di acque sorgive.

Amavano soggiornare a Bagnaia i vescovi di Viterbo, i quali ci venivano per le loro battute di caccia e per il riposo.

Fu agli inizi del XIII secolo che i vescovi della città di Viterbo – che divenne sede vescovile un paio di anni prima -, ricevettero la signoria di Bagnaia.

Ne avrebbero fatto la loro residenza estiva da allora fino al 1655.

Il giardino all’italiana nacque dopo la metà del XVI secolo, dalla trasformazione di una parte del parco, per volere di un cardinale potente. Il cardinale Giovanni Francesco Gambara. Bresciano, creato vescovo di Viterbo nel 1566.

Il cardinale commissionò il disegno del giardino formale nel 1568 probabilmente a Jacopo Barozzi da Vignola. Il famoso architetto ebbe il compito di trovare delle soluzioni architettoniche innovative. Corrispondenti ad un programma elaborato dal cardinale Gambara.

Dall’altra parte il giardino doveva corrispondere alle regole di proporzione e di simmetria dell’arte rinascimentale. Doveva inoltre comprendere i simbolismi che il giardino all’italiana da sempre conteneva.

L’acqua che alimenta le fontane scolpite nella pietra lavica locale, proviene da una sorgente naturale dei Monti Cimini e scende a caduta libera. Crea una ricca via d’acqua, che scorre attraverso sei fontane e si acquieta nella stupenda fontana del Quadrato dei Mori. 

L’opera idraulica fu affidata al senese Tommaso Ghinucci.

La prima parte dei lavori, la costruzione delle fontane del giardino all’italiana e della Palazzina Gambara fu eseguita tra il 1568 e il 1578.

Dopo la morte del cardinale avvenuta nel 1587, la costruzione fu portata avanti dal cardinale Alessandro Damasceni Peretti Montalto, nipote di papa Sisto V.

Tra il 1590 e il 1612 fu costruita la seconda palazzina, la Palazzina Montalto.

Nel frattempo morì anche il Vignola, nel 1573, alla sua attività seguì l’intervento di Pirro Ligorio.

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PRONTI? SI VIAGGIA! NEL SACRO BOSCO DI BOMARZO: un  bosco più unico, che raro.

Il Sacro Bosco, conosciuto ai più come il Parco dei Mostri, sorge in una valle sotto il Palazzo Orsini. Si torna indietro nel tempo: tra gli anni 40 del ‘500 e il 1585. L’arco di tempo, in cui il fu fatto costruire dal principe-guerriero: Francesco Orsini.

La valle è cosparsa di enormi blocchi di roccia vulcanica, intricati nella vegetazione, nelle radici di querce e di lecci secolari. La natura introduce il percorso del giardino, ideato come un bosco, o una selva, che va attraversato. Il Giardino è incoronato da un Tempio. Sacro. Fatto erigere da Francesco Orsini in memoria della moglie prematuramente morta.

Si entra! Ci si trova in un mondo a parte, ricavato dalla roccia e dalla fantasia. Ci s’imbatte di figure giganti in  peperino, di animali, di dei pagani, di esseri mitologici, di finte rovine, di reperti archeologici imitati.

Tra le figure ci sono degli esseri fantastici dalla bocca spalancata, che sembrano attendervi da secoli… per farvi entrare entro le loro fauci!

Si entra realmente nella bocca dell’Orco, la statua più grande e più famosa del giardino, scolpita certamente da qualche grande artista. Attorno alla bocca spalancata, un’iscrizione che fa riferimento all’Inferno Dantesco. Ma dove siamo capitati?

La cosa che sorprende il più, sono le proporzioni delle statue e le inverosimili costruzioni inclinate.

Le proporzioni sono esageratamente grandi e esageratamente piccole nello stesso tempo, prodotte cioè fuori scala. Sproporzionate. Questo, per ottenere un effetto sorpresa efficace: era questo lo scopo di Francesco Orsini. Sorprendere e far meravigliare.

Tra le costruzioni inclinate la Casa Pendente è un jolly: entri e rimani come disorientato.

Il mezzo con cui l’Orsini ottenne quest’effetto, era dato dalla corrente artistica di quel periodo: il manierismo. Che era la conseguenza di un cambiamento nella società italiana di quel tempo.

Tra le sculture del parco dei mostri si trovano: Proteo, le Sfingi,  i Giganti, Pegaso, la Tartaruga, il Drago, l’Elefante, Psyche, Cerere, Echidna e tante altre ancora.

Tra le architetture il Teatro è stato in un certo senso rivalutato: un recente studio lo dice il punto-chiave dell’intero giardino. Una lettura in chiave ermetica.

In realtà gli esseri di pietra del parco e le architetture non sono fatti solamente per sorprendere e per divertire. Le loro interpretazioni abbracciano vari campi della cultura, dalla letteratura alla storia, all’esoterismo e alla spiritualità, alla filosofia. E oltretutto è il giardino di Francesco Orsini che ci mise tutto il suo vissuto, la sua personalità.

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