Visita guidata TARQUINIA e VULCI

Visita guidata TARQUINIA e VULCI

Visita guidata Tarquinia e Vulci, giornata intera. Un emozionante percorso tra due centri importanti dell’Etruria Meridionale, nella meravigliosa Maremma Laziale. 

Pronti? Si entra nel mondo affascinante degli Etruschi!

Si visitano le tombe dipinte della Necropoli di Monterozzi a Tarquinia, considerati documenti unici perché fonti dirette che raccontano della vita quotidiana degli Etruschi. Oltre alle scene raffigurate non abbiamo nessuna fonte che provenga dagli Etruschi. Non abbiamo nessuna fonte scritta etrusca. Abbiamo solo fonti indirette, di autori classici che non possono essere considerati oggettivi. 

La Necropoli contiene una ventina di tombe sotterranee scavate nella roccia, fatte ad imitazione della casa etrusca, con pitture murali eccezionalmente conservate. La maggior parte delle pitture murali comprendono l’arco di tempo cha va dal VI secolo a.C. al II a.C.

Si percorrono delle scene colorate, commoventi, emozionanti! Vedremo come si vestivano gli uomini e le donne, nelle varie epoche, quali erano le loro usanze, quali culti religiosi praticavano. Cosa presero dalle culture del Mediterraneo orientale.

Si viene a conoscere la loro concezione sulla vita e sulla morte, la loro visione dell’Oltretomba.

Sono tanti i temi che tratteremo, tra cui la scoperta delle tombe del Monterozzi, la tecnica delle pitture, la loro evoluzione, aspetti di conservazione e di restauro.

Le scene di banchetto, di danza a suon di musica, le scene che ritraggono degli spettacoli di giocolieri risalgono dal VI fino alla metà del V secolo a.C. Il periodo di maggior splendore delle città etrusche, così di Tarchna.

In epoche successive di decadenza, come durante il periodo delle guerre con Roma, nelle pitture non appaiono più volti sorridenti. Rispecchiano un cambiamento di stile e la decadenza economica e politica della città etrusca. 

La visita prosegue al Museo Nazionale Etrusco di Tarquinia ospitato nel centro storico di Tarquinia, al pre-rinascimentale Palazzo Vitelleschi, ultimato nel 1439.

Il Museo di antichità etrusche tra i più importanti dell’area del Mediterraneo. Espone dei ricchi corredi funerari rinvenuti nelle necropoli situate attorno a Tarquinia e anche nell’acropoli di Tarchna.

Bronzi finemente lavorati, ceramiche pregiate, buccheri, gioielli in oro, sarcofagi scolpiti in pietra recanti scene ed iscrizioni in etrusco.

Interessanti i reperti provenienti dal c.d. piano della Civita, situata sulla collina dell’antica acropoli etrusca, tra i quali spiccano i famosi Cavalli Alati in terracotta, risalente al IV secolo a.C.

 Nel pomeriggio trasferimento a Vulci e visita guidata. Vi ricordo che il programma delle visite guidate è modificabile. Non esitate a contattarmi al num.cell. 3284248738 oppure inviatemi un’email: info@artinvistaguideviterbo.com

Si fa una visita appassionante nel Parco archeologico di Vulci, immerso nel paesaggio suggestivo della Maremma Laziale.

Il Parco Archeologico di Vulci con i resti della città etrusco-romana. La Tomba François. Il Museo Nazionale al Castello della Badia.

Una visita appassionante nella storia del grande centro etrusco a vocazione commerciale di Velch, tra le entusiasmante scoperte archeologiche!

A partire dalla sua nascita (sec. VIII a.C.) attraverso le tappe successive:

la grande espansione urbanistica tra la metà del sec. VII ed i primi decenni del sec. V a.C.; la ripresa di un’attività edilizia fiorente del IV sec. a.C. dopo la crisi commerciale ed economica generale in Etruria del sec. V a.C.; il nuovo volto della città dopo la conquista romana del 280 a.C.

Percorso di visita della città etursco-romana: Porta Ovest: sec. II a.C. è uno degli ingressi alla città ed il punto di arrivo di una delle strade della vasta rete viaria cominciata a creare nella seconda metà del secolo VIII a.C.  Per il controllo del territorio circostante alla città etrusca e per lo svolgimento degli scambi commerciali verso le coste tirreniche e verso occidente.

Un tratto di mura visibile nei pressi della porta risalgono al sec. IV a.C.  Portato alla luce in una serie di campagne di scavo condotte tra il 1999 ed il 2003.

Le ricerche di scavo hanno evidenziato che l’assetto stesso della porta è stato modificato in conseguenza delle vicende politiche e militari precedenti alla conquista di Vulci del 280 a.C.

L’area del Foro è lungo 100 m, largo 40 m. Accoglieva al suo interno il Tempio Grande, la piazza, un probabile impianto termale (i resti di un edificio in laterizio), una serie di case appartenenti a famiglie aristocratiche.

Un Arco Onorario del secolo. I a.C.

Il Tempio Grande è ritenuto un modello di architettura etrusco-italica. Le sue dimensioni misurano 36,40m X24,60 m. La sua struttura conserva le tracce di diverse fasi edilizie dal sec. VI a.C. al sec. IV a.C. Quest’ultimo periodo di grande fervore edilizio fu favorito dall’attività di una ricca borghesia imprenditoriale alla guida della città.

L’ultimo intervento al Tempio Grande avvenne in età augustea, quando il tempio fu ristrutturata ed ampliata. Si ipotizza che la divinità venerata nell’unica cella del tempio fosse quella rappresentata dalla statua acefala in bronzo risalente al sec. IV a.C., rinvenuta da Vincenzo Campanari in una sorta di „tomba” nel 1835 in zona. La statua ispirata alla c.d. Filatrice di Prassitele probabilmente rappresenta l’immagine di Athena Argane.

La Domus con Criptoportico (sec. II a.C.) che si affaccia sul decumano, apparteneva ad un proprietario di rango molto elevato nell’ambito della società vulcente tardo-repubblicana. Ciò è attestato dalla sua collocazione urbanistica e da alcune sue particolarità costruttive. Come il doppio atrio, gli ambienti di ricevimento particolarmente raffinati, la presenza di lussuose comodità come il criptoportico, i bagni privati e l’ampiezza delle aree verdi.

Mitreo (sec. III a.C.). Cardine Orientale e case private. Sacello d’Ercole (sec. III a.C. e II d.C.). Porta Est.

E possibile visitare anche: 

Il suggestivo Ponte Rotto databile all’età imperiale, ubicato nei pressi del Castello della Badia (sede del Museo Nazionale di Vulci).

La famosa Tomba François scoperta nel 1857 dall’archeologo fiorentino Alessandro François e Noel des Vergers.

E’ di grande rilievo sia per gli affreschi che la ornavano,  sia per la sua struttura complessa. E anche per i particolari architettonici precisi scolpiti all’interno dei suoi ambienti.

La tomba appartenne ad una delle più grandi famiglie aristocratiche della Vulci della seconda metà del IV secolo a.C.: ai SATIES. E’ ubicata nella necropoli di Ponte Rotto.

Gli affreschi furono staccati nel 1863 su ordine del principe Alessandro Torlonia, ora sono conservati in Villa Albani a Roma.

Il MUSEO NAZIONALE ARCHEOLOGICO DI VULCI

Il Museo Nazionale Archeologico di Vulci è ospitato nel Castello della Badia (sec. XI-XIII) nei pressi del suggestivo Ponte Rotto dal 1975.

L’esposizione permanente offre un panorama cronologicamente e tipologicamente completo sulle attività produttive e sugli scambi commerciali dell’antico centro:

Dalla tarda età del bronzo (Cultura di Rinaldone), a quella del ferro (cultura villanoviana sec. X a.C-X a.C), attraverso il periodo etrusco (sec. VIII a.C.-III a.C.) e romano.

Di grande rilievo sono le ceramiche a figure nere del Pittore di Micali (fine sec. VI a.C.) ed il corredo vascolare rinvenuto nella Tomba della Panatenaica nella necropoli vulcente dell’Osteria.

 

VISITE GUIDATE PER GRUPPI ADULTI E SCUOLE con Guide Turistiche Autorizzate per la provincia di Viterbo

Per prenotazione e info  al 328 4248738 oppure via un’email info@artinvistaguideviterbo.com

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