LA VIA FRANCIGENA NELLA TUSCIA – Le 6 tappe del pellegrino.

La via Francigena nella Tuscia

LA VIA FRANCIGENA NELLA TUSCIA – Le 6 tappe del pellegrino.

La Via dei pellegrini che giunge nel territorio italiano dalla Francia, si divide in Italia in tre principali trami: nord, centro, sud.

Dal nord, dal Passo del Gran San Bernardo, si arriva al Lazio fino a Roma. Da Roma si prosegue ancor oggi verso i porti della Puglia, da dove ci s’imbarcava in nave verso Gerusalemme.

La via Francigena passa nel Lazio attraverso il territorio della Tuscia, una terra dall’atmosfera profondamente spirituale.

Qui il cammino verso Roma s’intreccia con i luoghi sacri dedicati a Santi che nacquero in queste terre. Come S. Cristina da Bolsena e S. Rosa da Viterbo.

Il percorso si fonde con la bellezza della natura e passa verso Roma, ricalcando il tracciato dell’antica Via romana Cassia. Questa in alcuni punti coincide con la Cassia odierna, attraversa le città o passa fuori le mura dei suggestivi borghi.

Il percorso al di fuori di questi punti collega le tappe della Francigena attraverso dei sentieri segnalati, su delle colline, per delle valli, dei boschi e dei guadi.

 Le 6 tappe della Francigena da non perdere nella Tuscia: Acquapendente, Bolsena, Montefiascone, Viterbo, San Martino al Cimino, Sutri.

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Acquapendente è una cittadina vivace, dove si trova la Cripta del Santo Sepolcro risalente ai secoli X-XI, nell’omonima basilica. Il sacello custodisce alcune pietre che secondo la tradizione, sarebbero state bagnate dal sangue di Cristo durante la Passione.

Il Sacro Sacello è costruito ad imitazione del Santo Sepolcro di Gerusalemme, seguendo l’uso diffusosi in Occidente a partire dal IX secolo. Quello di costruire templi od edicole in memoria o a imitazione della basilica del Santo Sepolcro.

Bolsena è una delle tappe più importanti ed affascinanti della Francigena. La Basilica di S. Cristina conserva le pietre macchiate del Sangue Eucaristico del 1268 e il sepolcro sotterraneo della Santa bolsenese, martirizzata nel IV secolo.

L’antico borgo si trova su una delle colline che formavano il fianco di un cratere vulcanico, da dove si apre un panorama da mozzafiato sul lago di Bolsena e le isole Martana e la Bisentina.

Montefiascone ha un monumento eccezionale: la Basilica di San Flaviano. Fu costruita ad imitazione della Basilica gerosolimitana del Sepolcro, è divisa in una chiesa inferiore e in una superiore. L’edificio fu modificata dal secolo XI, ha l’interno molto suggestivo, ricco di curiosi capitelli e di affreschi di varie epoche.

Viterbo è attraversata dalla Via Francigena, è una tappa obbligatoria, come lo era nel Medioevo. Percorrendo la Via dei Pellegrini, all’interno delle mura, si ha il modo di addentrarsi nella città famosa per il duecentesco Quartiere San Pellegrino e il Palazzo dei Papi. Si passa attraverso piazze con delle fontane, lungo delle vie con torri, archi, tipiche case con scalinate esterne.

Viterbo è anche la città di Santa Rosa da Viterbo. Una fanciulla che nacque nel 1233 e seguì le orme di San Francesco d’Assisi, compì dei miracoli già da piccola. Morì a 18 anni, il suo corpo incorrotto è esposto nella chiesa di Santa Rosa a Viterbo.

Da non perdere il Museo dei Facchini di Santa Rosa, dove sono esposti dei modelli in scala della Macchina. Patrimonio Immateriale Unesco.

San Martino al Cimino è un prezioso borgo cinta di mura, trasformato nel ‘600 secondo un modello urbanistico d’avanguardia.

Il suo fulcro è l’abbazia cistercense, parzialmente modificato in un palazzo per Donna Olimpia Maidalchini. Cognata di papa Innocenzo X.

La splendida chiesa abbaziale cistercense conserva due dipinti di alto valore artistico di Mattia Preti: il Cristo Eucaristico e San Martino con il dono del mantello. I due dipinti ricoprivano le due facce di grandi dimensioni di uno stendardo che nel XVIII secolo fu trasformato in pala d’altare. Con l’occultamento del Cristo Eucaristico.

Quel che partiva come il lavoro di restauro della pala, alla metà degli anni ‘70, finì a rendere il dipinto del Cristo Eucaristico. E, a sorpresa, una sorte di sindone: l’immagine speculare del Cristo Eucaristico.

Lo stendardo fu commissionato dalla Compagnia del SS. Sacramento dell’abbazia di San Martino al Cimino, per l’Anno Santo del 1650.

Sutri è la penultima tappa sulla Francigena, prima di raggiungere Roma ed ha un gioiello nascosto! Il Mitreo sotterraneo adibito a chiesa cristiana, dedicata dal ‘700 alla Madonna del Parto.

Sulle pareti della chiesa scavata nel vivo della collina tufacea si vedono degli affreschi di grande interesse. Legati alla figura di San Michele arcangelo ed alle usanze degli abitanti della Sutri medioevale.

Nella stessa collina del Mitreo si trova un anfiteatro, interamente scavato nella roccia. Unico esempio esistente. Risale all’età augustea.

Nel borgo di Sutri cinta di mura da vedere la Cattedrale di S. Maria Assunta, consacrata da Papa Innocenzo III nel 1207. E’ stata fortemente rimaneggiata nel ‘700 e nel ’800.

Si ammira ancora la bella torre campanaria romanica. Da non perdere il pavimento cosmatesco, l’immagine del Salvatore su tavola risalente alla prima metà del XIII secolo, l’altare rinascimentale. La bella Cripta risale a epoca longobarda ed è divisa in sette navate.

La storia della via Francigena o romea: La prima descrizione dettagliata della Francigena risale all’epoca dell’arcivescovo dell’abbazia Sant’Agostino di Canterbury, Sigeric che nell’anno 990 si recò a Roma per prendere il pallio dell’investitura ad arcivescovo, dalle mani del Pontefice. Sigeric fece compilare il diario del pellegrinaggio, un documento prezioso per ricostruire l’itinerario della Francigena.

La Via Francigena o romea è nota ancor oggi, come la via dei Pellegrini che era l’arteria viaria più importante nel Medioevo tra Europa del nord e Roma. Cuore della Cristianità, posta sulla via di Gerusalemme. Oltre Roma, una meta secolare di pellegrinaggio era, ed è, Santiago di Compostela.

Più che di una via, nel senso come la intendiamo oggi, si trattava di un percorso che collegava le isole britanniche, attraversando il territorio dell’odierna Francia e dell’Italia, con la sede del Papato e con l’Europa del sud.

Questo percorso seguiva le frontiere create dalla natura, passando per zone impervie, su monti, valli e guadi e aveva varie diramazioni locali.

La Francigena fu percorsa, a partire dal IV secolo, da pellegrini semplici, re, arcivescovi, monaci, imperatori, per andare dal Papa e per venerare il sepolcro di San Pietro e di San Paolo.

Per lo stesso percorso circolavano eserciti, merci, artisti ed artigiani, mediatori di arte e di cultura. I pellegrini dovettero intraprendere un viaggio lungo, faticoso e spesso pericoloso, seguendo il percorso lungo il quale, con il tempo, sorsero delle chiese, degli ospizi, dei castelli, delle abbazie, e si svilupparono dei centri abitati.

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